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SpeziaViaDalCarbone critica la bozza di convenzione Enel/Comune

Il Comitato SpeziaViaDalCarbone critica la bozza di convenzione fra Comune ed Enel sulla centrale di Vallegrande.

 

La normativa che disciplina l'autorizzazione integrata ambientale, della centrale Enel della Spezia, assegna alla "Convenzione" il ruolo di strumento di attuazione socio economica di quanto previsto nelle prescrizioni dell'AIA. La nuova Convenzione tra Enel e il Comune di Spezia in corso di approvazione pertanto deve riferirsi alle politiche del territorio con riferimento all'impatto dell'impianto medesimo.

La bozza di Convenzione deliberata dalla Giunta del Comune della Spezia non rispetta nel suo complesso questa finalità ed è al contrario usata come strumento di compensazione dell'impatto sulla salute e l'ambiente attraverso investimenti generici da parte dell'Enel.

 

Intanto la bozza di Convenzione si fonda su premesse non vere:

1. non è vero che dopo l'ambientalizzazione siano state intraprese significative iniziative di carattere ambientale, posto che dal 2005 Enel procrastina investimenti ambientali in attesa dell'AIA, come dimostrano i malfunzionamenti e gli incidenti puntualmente rilevati dal Comitato ( e dai cittadini residenti in passato)

2. non è vero che l'uso delle acque sia stato ottimizzato, è infatti sempre più aumentato l'uso di acqua potabile

3. non è vero che le emissioni in atmosfera sono diminuite anzi in realtà sono aumentate in relazione all'energia prodotta, come i rifiuti e in generale l'utilizzo delle risorse, ed è diminuita l'efficienza energetica della centrale medesima

4. non si è realizzata la prevista dismissione del carbonile adiacente il deposito Tarros

5. Non è chiaro dove e come si esplichi la rigorosa politica ambientale del Comune della Spezia se non nell'aver predisposto una bozza di Piano energetico Comunale, posto che il Comune (azionista di maggioranza di ACAM Ambiente) fatica a raccogliere i rifiuti dalle strade

6. infine non è chiaro quali siano le condizioni della rete Qualità dell'Aria affidata in comodato ad Arpal. Chi ne curerà la manutenzione? Cos'è stato delle richieste fatte dalla direttrice del Dipartimento Arpal di Spezia in audizione alla Provincia della Spezia?

Nel merito dell'articolato della bozza di convenzione:

a) Articolo 3: contiene una sorta di sanatoria delle violazioni della Convenzione sottoscritta nel 2002, già documentate dal nostro Comitato

b) Articolo 4:

· prevede investimenti sulle fonti rinnovabili esterne all'impianto - in una logica di scambio territorio/centrale che è l'esatto opposto dei principi dell'AIA;

· l'introduzione del teleriscaldamento - una prescrizione già contenuta nell'AIA per cui Enel deve presentare un progetto entro un anno. Nella convenzione si richiede a Enel la cessione del vapore e gli interventi per realizzare tale processo. Posto che nell'ottica della dismissione della centrale non si capisce perché Enel dovrebbe fare un tale investimento, il costo della progettazione e della realizzazione della rete e della sua alimentazione restano a carico degli utilizzatori. Infine, nell'era della produzione distribuita dell'energia il teleriscaldamento da fonte centralizzata si configura come una soluzione tecnologica obsoleta

c) Articolo 5: afferma generici principi sul ruolo dell'imprenditoria locale -apparentemente negato dal richiamo costante a società del gruppo Enel per la realizzazione degli interventi

d) Articolo 6: prevede vari finanziamenti a pioggia - in totale violazione del principio chi inquina paga come tradotto dalla Direttiva sul risarcimento danno ambientale e dalla più recente giurisprudenza

e) Articolo 7: contiene prescrizioni già previste dalla proposta di AIA (scarico carbone e filtri a manica sulle emissioni dai camini). La Convenzione dovrebbe invece tradurre queste prescrizioni in impegni precisi sotto il profilo degli investimenti e delle realizzazioni impiantistiche, cosa che invece non fa.

f) Articolo 8: tra i vari aspetti si ribadisce la cessione di aree bacini ceneri ancora da bonificare ripetendo quanto già previsto da una bozza di convenzione del 2006 mai approvata. Non solo, invece di applicare il principio della riduzione in pristino di dette aree si prevede una compensazione monetaria anche in questo caso sostitutiva della riutilizzabilità delle aree stesse. Infine, la valorizzazione urbanistica delle aree del levante deve essere compatibile con gli impianti della centrale (non la centrale con il territorio).

Occorre aggiungere che la Convenzione rimuove anche una questione non banale, sancita da sentenze penali che hanno dimostrato il danno potenziale enorme all'ambiente e alla economia marina da parte della centrale Enel. Danno che poteva essere quantificato in apposita causa civile non voluta dalla Amministrazione Comunale precedente o che comunque poteva essere fatto valere nella attuale Convenzione considerato che l'AIA si fonda soprattutto sul principio di un corretto rapporto tra modello gestionale dell'impianto e la specificità sanitaria e ambientale del sito.

In cambio invece si continua con la logica:

1. della rimozione delle violazioni anche recenti da parte Enel di leggi e convenzioni,

2. degli investimenti a pioggia slegati dal funzionamento della centrale, peraltro piuttosto limitati se rapportati al business prodotto dalla presenza della centrale e dal bonus di 5 anni già ottenuto con il ritardo nel rilascio dell'AIA

3. dei progetti di consolidamento della presenza della centrale (teleriscaldamento)

4. della cessione di aree senza un chiaro impegno di bonifica

Soprattutto è completamente rimossa l'esigenza rilevata a suo tempo anche da Arpal e Asl di potenziare le strutture preposte al controllo e al monitoraggio dello stato di salute dell'ambiente e dei cittadini. Fanno sorridere 25.000 euro/anno per la consueta non meglio specificata e sempre rimandata indagine epidemiologica.

La Convenzione, che dura dieci anni, appare quindi confermare il carbone addirittura oltre gli 8 anni dell'AIA, con pochi soldi, investiti per lo più fuori dagli ambiti di impatto della centrale.

Il Comitato, coerentemente con la propria richiesta di dismissione del gruppo a carbone entro tre anni dal rilascio dell'AIA chiede che:

1. la Convenzione affronti prevalentemente i problema dei finanziamenti per sviluppare un adeguato sistema di monitoraggio sullo stato ambientale del sito e sanitario dei cittadini dell'intera provincia (altrettanto se non più impattato come ammesso nella relazione dell'ISS)

2. Preveda investimenti per il potenziamento dell'uso del metano in centrale e la riduzione di quello del carbone

3. Affronti la questione dei danni ambientali e sanitari prodotti dalla centrale a cominciare da quelli al nostro Golfo: almeno la bonifica dell'area interessata dallo scarico della centrale e aree limitrofe fino alla diga foranea

4. Affronti la questione delle bonifiche delle aree a terra inquinate da Enel in questi anni

5. Preveda misure immediate per la gestione del ciclo del carbone al fine di evitare ulteriori fenomeni dispersivi di inquinanti.

6. Sia previsto il coinvolgimento di esponenti del Comitato SpeziaViaDalCarbone a tutti i tavoli operativi previsti tra Enel e Comune della Spezia.

Comitato SpeziaViaDalCarbone

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