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La situazione della sanità spezzina al centro dell’ultimo Consiglio Comunale Straordinario In evidenza

di Anna Mori – I Consiglieri di centrosinistra esprimono preoccupazione per la condizione della Sanità spezzina e sull’operato della Regione, per il centrodestra la parola d’ordine è monitorare la situazione.

Il tema della sanità spezzina è stato al centro di numerosi dibattiti negli scorsi giorni. Una conferenza stampa dei Consiglieri di centro sinistra prima, il Consiglio Comunale straordinario poi in cui i Consiglieri di Centrosinistra hanno presentato una mozione alla quale il centrodestra ha risposto presentando un ordine del giorno che, di fatto, modificava i fini della proposta dell'opposizione. Il dibattito che ne è seguito non ha portato a nulla di fatto: ogni schieramento ha votato la propria proposta senza modificare le proprie posizioni.

Nella mozione presentata dal centrosinistra si esprime sincera preoccupazione per la situazione in cui versa attualmente la sanità spezzina che secondo i Consiglieri della minoranza è il risultato di alcune scelte perpetuate dalla Regione, da Alisa e dalla ASL5. Secondo il centrodestra, invece, i problemi sarebbero da ricercare in alcune decisioni prese in passato a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale.

Tutti d’accordo invece sul rigetto di alcune proposte della Regione inserite nel nuovo piano sociosanitario della Liguria e sulle quali l’Amministrazione comunale ha presentato le proprie osservazioni: il possibile accorpamento di ASL 4 e 5, non possibile sia per le evidenti difficoltà logistiche che andrebbero a crearsi a livello territoriale, sia perché eliminerebbero l’autonomia della nostra ASL. Altra questione il paventato accorpamento delle centrali operative del 118 per le quali sembra che, in base a quanto riferito dal presidente del Consiglio Regionale Gianmarco Medusei, la questione sia rientrata e l’assetto territoriale resterà quello attuale.

Martina Giannetti ha sottolineato come la situazione sia diventata insostenibile e che la popolazione ne fa le spese: oltre il 77% sostiene che i tempi di attesa siano lunghi per cui più della metà della popolazione si rivolge ai privati e un 4% rinuncia a curarsi. I tempi di attesa, infatti, in alcuni casi superano i 6 mesi. “Molte specificità sono liguri e alcune provinciali, infatti non trovano riscontro altrove. Per quanto riguarda il personale, nel periodo COVID sono state fatte molte assunzioni a tempo determinato: in quasi tutte le regioni il personale è stato stabilizzato, nella nostra provincia no. Molti infermieri quindi partecipano a bandi in altre regioni”. Martina Giannetti ha anche sottolineato il numero elevato di accessi in codice bianco al pronto soccorso dovuti alla carenza delle strutture territoriali. Giannetti ha proseguito sottolineando che “E’ mancato un piano pluriennale di investimenti interni che andassero a migliorare il personale, le strumentazioni e gli immobili per una strisciante privatizzazione della sanità. Sono stati tolti alle prestazioni per acquistare prestazioni aggiuntive dai privati per smaltire le liste di attesa. Alisa ha destinato 6 milioni di euro acquisto 130.000 prestazioni privati. Queste scelte ci costano care perché perdiamo nuove generazioni di personale e pazienti che si rivolgono ad altre ASL, oltre ad una mobilità passiva di 35.000 di euro per ASL 5”.

Giannetti ha poi affrontato il tema del nuovo ospedale del Felettino esprimendo preoccupazione per l’onere di 16.000 di euro annui a carico di ASL 5: la Regione avrebbe potuto evitare il finanziamento privato accedendo a fondi di bilancio.

Il centrosinistra chiede all’Amministrazione di portare le istanze della nostra provincia nelle sedi deputate “quali la Conferenza dei Sindaci e la Regione, è chiaro che i dati sono patrimonio di tutta la città e una posizione va assunta. Pur essendo la sanità un tema regionale è necessaria una posizione e un’azione dei sindaci. Soprattutto se si tratta del comune capoluogo” ha concluso Giannetti.

Ha preso poi la parola Roberto Centi che ha definito indigeribile il piano sociosanitario proposto dalla Regione nel quale vede un chiaro disegno di accentramento su Genova. “Il Comune ha presentato solo una mezza paginetta di osservazioni, a fronte di pagine e pagine presentate da altri Amministrazioni locali. Questo vuol dire che va bene così, ma a noi no”.

Primo Consigliere della maggioranza a prendere la parola è stato Domenico Zito che ha fatto alcuni riferimenti alle dispute che ci sono state in passato all’interno della sinistra spezzina sulla localizzazione di un nuovo ospedale tra La Spezia e Santo Stefano. Zito ha sottolineato che a livello nazionale mancano 105.000 medici: nella nostra sanità locale ci sono problemi di personale, ma gli stessi si riscontrano drammatici anche in altre regioni quali Veneto (quasi 500 in meno), Lombardia (più di 1.900), Emilia Romagna (quasi 600). “Nel Lazio – ha aggiunto Zitoin alcune zone ci sono carenze, in altre eccedenze e la sanità ha un disavanzo di 220 milioni. Queste carenze di personale sicuramente sono il frutto di alcune scelte quali ad esempio l’accesso a numero chiuso all’Università”.

Sempre dalla maggioranza ha preso la parola Giacomo Peserico: “Ci sono due binari paralleli da considerare, le prestazioni e le infrastrutture. Ci sono state alcune scelte che all’epoca in cui furono fatte erano giuste, ma che ora andrebbero riviste: mi riferisco ad esempio al numero chiuso all’Università”. Peserico sarebbe favorevole ad una gestione della sanità a livello ministeriale, come pure al ricorso ai privati per lo smaltimento delle liste di attesa e all’accorpamento della Pediatria con il Gaslini che può essere un valore aggiunto.

Sul nuovo ospedale Peserico ha evidenziato che “E’ stato assegnato un bando, ora si deve andare avanti senza discutere se sia il bando migliore o meno perché non ci possiamo permettere di ripartire da zero. Il Comune dovrà monitorare sui servizi erogati e facilitare l’iter di firma del contratto. Il nostro compito sarà quello di verificare lo stato avanzamento lavori, le criticità e il rispetto dei tempi, senza polemiche, ma raggiungere il risultato, ovvero un ospedale degno di questo nome”.

Fabio Cenerini, sempre dalla maggioranza, ha sottolineato che i temi delle liste d’attesa e del nuovo ospedale sono stati affrontati molte volte. “La Regione è stata amministrata dal centrosinistra per 10 anni, ma di fatto per la questione della sanità niente di fatto. Tanti sono i problemi: le liste d’attesa, il nuovo ospedale, la burocrazia che permette ad un medico di lasciare una ASL velocemente da una parte e tempi lunghissimi per assumere un sostituto dall’altra. C’è poi il problema poi dell’appalto sbagliato per il nuovo ospedale che prevede che ASL 5 paghi 16.000 l’anno”.

Su questo punto ha replicato Dino Falugiani: “ASL ha chiuso l’ultimo bilancio con un attivo di 3.000 euro, ci chiediamo come farà a pagare il canone annuale di 16.000 milioni. Non si prende nemmeno in considerazione il fatto di poter cambiare la situazione coprendo questa somma con voci di bilancio regionali. L’Ordine dei medici ha anche posto la questione dei posti letto del nuovo ospedale che risulteranno insufficienti e sotto alla media nazionale e per sopperire anche l’Ospedale di Sarzana dovrà rimanere attivo”.

Massimo Lombardi ha affermato che la mozione presentata dal centrosinistra non ha nessuna pretestuosità e ha invitato a non guardare indietro, ma ad andare avanti. Ha fatto poi riferimento alla questione dei ‘medici a gettone’ chiamati per sopperire alle carenze di personale: “Il medico a gettone che arriva non conosce situazione clinica paziente, la settimana successiva ne arriva un secondo e questo porta danno alla salute del paziente. Questa situazione è frutto di scelte precise di manager strapagati. Chiediamo quindi di rafforzare la sanità pubblica e fare scelte che non vadano verso la privatizzazione. Se qualcuno dovesse andare verso scelte di privatizzazione, questo deve avvenire in maniera palese e non subdola. Il Manifesto della sanità prevede strutture moderne e invece la nostra sanità è fanalino di coda della Liguria”.

E’ intervenuto poi Marco Raffaelli: “Bisogna distinguere tra responsabilità nazionali e sviste locali che non possono essere ricondotte troppo nel passato. Vorrei ricordare che nei 10 anni del governo di centrosinistra regionale, è stata posta attenzione a far rientrare il debito pubblico della sanità che altrimenti avrebbe comportato un’eredità molto pesante per le giunte successive. Il deficit ci porta ad essere ‘la Cenerentola della Liguria’, senza il ‘lieto fine’ della favola. L’alienazione della RSA Mazzini, un tempo fiore all’occhiello, è un preoccupante segnale di un sistema sanitario che va verso un accentramento genovese”.

Raffaelli ha poi aggiunto: “Le dispute sulla collocazione del nuovo ospedale all’interno della sinistra erano però concentrate a rimanere sul territorio. Come può essere un bene l’accorpamento con il Gaslini costringendo 36 famiglie in tre mesi a dover andare a Genova quando potevano essere curate alla Spezia? Da parte vostra ci sono solo silenzio e spallucce”.

Dalla parte della maggioranza è intervenuto quindi Gianmarco Medusei che ha sottolineato l’importanza di un confronto leale, non strumentale e obiettivo che si riporti anche alla realtà nazionale. “In Consiglio Regionale siamo uniti nella battaglia contro l’accorpamento con ASL 4 e, risultato positivo, le centrali operative del 118 non verranno accorpate”. Sulle strutture sanitarie territoriali Medusei ha affermato che “Sarà necessario trovare medici di medicina generale che le gestiscano, registriamo però una carenza di tali figure. Siamo riusciti a mantenere sul territorio un’unità di chirurgia toracica, ritenuta fondamentale per la stabilizzazione dei pazienti. Fino a fine 2023 i primariati di Medicina Generale e Geriatria saranno garantiti, siamo al lavoro per stabilizzare il personale. L’accordo con il Gaslini è stata una conseguenza della carenza di pediatri, come pure mancano medici di Medicina d’Urgenza alla quale si sta sopperendo con le chiamate a gettone”.

Ha preso quindi la parola Franco Vaira: “Mi pare che oggi siamo tutti concordi nel definire la situazione grave. Credo che abbiamo centrato alcuni temi: la carenza di personale per la quale la sperequazione tra il personale in forze a Genova e La Spezia è evidente, e nessuno che intervenga su questo argomento. Vediamo chiaramente in tutto questo un disegno che considera la sanità spezzina di serie B accentrando tutto nel Capoluogo, dove ci sono pressioni da Piemonte e Lombardia. Il Gaslini sta perdendo pazienti dal sud che oggi si fermano in altre strutture come ad esempio Roma. Tutti dovremmo aver uno moto d’orgoglio e lavorare insieme per risolvere questa situazione insopportabile. Si vuole trasformare il San Bartolomeo in ospedale distrettuale a gestione infermieristica, abbiamo un solo ematologo e tre infettivologi, nessuna assunzione, cosi dovremo chiudere anche il reparto di Malattie Infettive. Come faremo quindi?”.

Sulla gestione critica della sanità è intervenuto anche Andrea Montefiori: “Prendiamo atto che su concorsi OSS e infermieri non c’è stata una strategia ma tanta confusione. Il piano triennale prevedeva l’assunzione di 220 OSS, se siamo a 100 è tanto. Il concorso infermieri prevederebbe l’assunzione di 70 unità: se entreranno tutte e le sommiamo a quelle che hanno cessato per il tempo determinato o la pensione, avremmo un saldo in positivo di sole 7 unità. Sui medici: vi è stato un restringimento della capacità di ASL 5 si è visto dal fatto che i medici non vengono, i concorsi vanno deserti, quando c’era possibilità di assumere si assume a termine o gli interinali, senza prevedere stabilizzazioni. Perdiamo medici eccellenti”.

Marco Zamponi ha evidenziato che la situazione sanitaria spezzina è in linea con quella nazionale per quanto riguarda le liste di attesa e il personale, ma con l’aggravio di strutture carenti. “In un’ottica di riorganizazione territoriale, le Case di Comunità potranno portare rimedio all’intasamento del Pronto Soccorso trattando i codici bianchi. Ne sono previste sei nella nostra provincia, di cui due saranno alla Spezia in Via Sardegna e Via XXIV Maggio. Due gli ospedali di comunità, uno a Sarzana e uno a Levanto per ricoveri brevi e interventi a bassa intensità clinica. Per quanto riguarda il nuovo ospedale del Felettino, il 10 maggio scorso è stato presentato il progetto definitivo, l’avvio dei lavori è previsto per i primi mesi del 2024”.

Giorgia Lombardi ha risposto che “La mancanza di investimenti sta creando grossi problemi ai cittadini e il grande pericolo è la privatizzazione che sta già costringendo a rivolgersi alla sanità privata. I medici di medicina generale sono carenti portando i cittadini a rivolgersi al Pronto Soccorso e alla guardia medica: questo diventa un problema di spesa e di tempi. Per sopperire a tutti questi problemi sui medici di famiglia è stato aumentato il massimale da 1500 a 1800 pazienti per ogni medico. E’ stato emesso un bando dove per 70 posti si sono presentati solo 40 medici, occorrono incentivi per le assunzioni in ASL 5 perchè i medici scappano, le eccellenze vanno via. La mancanza di medici e infermieri allunga le liste d’attesa e le persone vanno nelle altre regioni ed è un danno erariale. Se invece parliamo di posti letto ne dovremmo avere 3,7 per ogni abitante, ne abbiamo invece 2,1 e anche questo aumenta liste d’attesa e comporta grande problema per salute persone”.

Ha preso quindi la parola Umberto Maria Costantini  “Avevamo 5 ospedali compreso il Falcomatà, forse il tentativo di una convenzione sarebbe stato utile, avremmo abbattuto i tempi d’attesa. Quello che non capisco è la divisione tra maggioranza e minoranza che sa di strumentale. Certi argomenti vanno condivisi da tutti in Commissione, si può redigere un documento condiviso”.

L’Assessore Giulio Guerri ha poi concluso la discussione evidenziando che “Le criticità sono su tre piani diversi: nazionale, regionale e locale. La carenza di personale è un problema diffuso a livello nazionale che deriva da anni di scelte critiche. A livello regionale è stata indetta per il 15 giugno una Conferenza dei sindaci con l’Assessore regionale Angelo Gratarola, il direttore di Alisa Filippo Ansaldi e il direttore di ASL 5 Paolo Cavagnaro per esaminare il piano sociosanitario della Regione. Le osservazioni del Comune sono volte a indirizzare la fase istruttoria, soprattutto in merito ai paventati accorpamenti delle centrali operative del 118 e di ASL 5 e ASL 4. Per quanto riguarda la situazione sanitaria spezzina, l’Amministrazione è impegnata a monitorare costantemente l’evoluzione della situazione, soprattutto quella inerente la costruzione del nuovo ospedale”.

Prima delle dichiarazioni di voto, è intervenuta in replica Martina Giannetti che ha respinto le accuse di strumentalizzazione della mozione e ha evidenziato, poi, le criticità del finanziamento per il Felettino sottolineando che la proposta di utilizzare fondi regionali era stata fatta quando era ancora possibile attuare la proposta. Dubbi espressi anche sull’utilizzo dei fondi PNRR per le Case di Comunità: “Le linee guida indicano che le strutture dovrebbero essere previste in zone lontane dagli ospedali e invece le avremo in città. L’Amministrazione ha dichiarato che monitorerà la situazione, ma è un’attività scontata. Inoltre il piano delle assunzioni annunciato prima della pandemia è stato un nulla di fatto”. A questo punto il Sindaco Peracchini ha evidenziato che questo è stato dovuto alla pandemia. Giannetti ha invitato il primo cittadino a intervenire, come hanno fatto Cenerini e Falugiani.

Dopo un ultimo scambio in cui le due parti hanno definito vuoti di contenuti i documenti della parte avversa, si è proceduto alla fase di voto della mozione che è stata respinta con 9 voti a favore, l’astensione di Cenerini e 18 voti contrari. i.’ordine del giorno è stato invece approvato con 19 voti a favore da parte della maggioranza e 9 contrari dell’opposizione.

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